sciatica rimedi naturali

Sciatica: esercizi e rimedi naturali per l’infiammazione del nervo sciatico

La sciatica, o sciatalgia, è una condizione che si verifica quando il nervo sciatico, il più grande nervo del corpo umano, viene irritato o schiacciato. Questo può causare dolore, formicolio, debolezza o intorpidimento lungo il percorso del nervo sciatico, che va dalla parte bassa della schiena, attraverso i glutei e le gambe fino alle caviglie.


Cause della sciatica

Le cause comuni della sciatica comprendono:

  1. Ernia del disco: l’ernia del disco si verifica quando il tessuto morbido all’interno della colonna vertebrale (il disco intervertebrale) si sposta o si rompe attraverso la sua copertura esterna, causando pressione sui nervi. L’ernia del disco può verificarsi a qualsiasi livello della colonna vertebrale, ma è più comune nella parte bassa della schiena (lombare).
  2. Stenosi spinale: la stenosi spinale è un restringimento del canale spinale, che può comprimere i nervi e causare sintomi come dolore, formicolio e debolezza. La stenosi spinale può essere causata da diverse condizioni, come l’artrosi, il crollo delle vertebre o il tumore.
  3. Spondilolistesi: la spondilolistesi è una condizione in cui una vertebra si sposta fuori posizione rispetto alla vertebra sottostante. Questo può causare pressione sui nervi e provocare sintomi di sciatica.
  4. Spasmo del muscolo piriforme: il piriforme è un muscolo nella regione lombare che può spasimare e causare irritazione del nervo sciatico. Questo può portare a dolore, formicolio e debolezza nella parte posteriore della coscia e nella gamba.
  5. Tumore: in alcuni casi, un tumore può causare pressione sui nervi e provocare sintomi di sciatica.
  6. Trauma: un infortunio alla schiena, come una caduta o un incidente d’auto, può causare danni ai nervi e provocare sintomi di sciatica.
  7. Gravidanza: durante la gravidanza, il peso extra può causare pressione sui nervi e provocare sintomi di sciatica.
  8. Obesità: il sovrappeso può aumentare la pressione sulla colonna vertebrale e causare sintomi di sciatica.
  9. Stare seduti per lungo tempo: trascorrere molte ore seduti può causare pressione sui nervi e provocare sintomi di sciatica.

Rimedi naturali efficaci ed esercizi per la sciatica

Esistono diversi rimedi naturali che possono essere utili per il trattamento della sciatica:

  1. Esercizi di stretching e neurodinamica: alcuni esercizi di stretching, come il pigeon pose o lo stretching della parete, possono aiutare a rilasciare la tensione nella regione lombare e nei glutei e ridurre il dolore associato alla sciatica.
  2. Terapia manuale: la terapia manuale può aiutare a rilassare i muscoli e ridurre la tensione nella regione lombare. Ci si può rivolgere ad un fisioterapista.
  3. Esercizi di rinforzo: gli esercizi di rinforzo della schiena e dei glutei possono aiutare a prevenire il dolore alla sciatica e a mantenere una buona postura.
  4. Yoga: alcune posizioni di yoga, come la posizione del cobra e la posizione del cammello, possono aiutare a rilasciare la tensione nella regione lombare.

Esercizi per la sciatica

La neurodinamica è una tecnica di terapia fisica che mira a migliorare la mobilità del sistema nervoso periferico e a ridurre il dolore e l’infiammazione associati a diverse condizioni, come la sciatica. Ecco alcuni esempi di esercizi di neurodinamica che possono essere utili per il trattamento della sciatica:

  1. Sliding: questo esercizio coinvolge l’estensione e la flessione della gamba mentre si tiene una fascia elastica o un asciugamano avvolta intorno al piede. L’obiettivo è aumentare la mobilità del nervo sciatico e dei tessuti molli intorno alla colonna vertebrale.
  2. Slump: questo esercizio coinvolge il piegamento del tronco in avanti con le gambe estese, tenendo una fascia elastica o un asciugamano avvolta intorno ai piedi. L’obiettivo è aumentare la mobilità del nervo sciatico e dei tessuti molli intorno alla colonna vertebrale.
  3. Rolling: questo esercizio coinvolge il rotolamento del tronco in avanti e indietro mentre si tiene una fascia elastica o un asciugamano avvolta intorno ai piedi. L’obiettivo è aumentare la mobilità del nervo sciatico e dei tessuti molli intorno alla colonna vertebrale.
  4. Stretch del nervo sciatico: questo esercizio coinvolge lo stretching del nervo sciatico tenendo una fascia elastica o un asciugamano avvolta intorno ai piedi e piegando la gamba verso l’alto. L’obiettivo è aumentare la mobilità del nervo sciatico e dei tessuti molli intorno alla colonna vertebrale.

È importante notare che gli esercizi di neurodinamica devono essere eseguiti sotto la supervisione di un fisioterapista qualificato.

Se soffri di Sciatica e cerchi un fisioterapista a San Martino Buon Albergo e in provincia di Verona, contattami per effettuare una valutazione specialistica. Insieme, vedremo le cause del problema, i tempi di recupero e le possibilità di trattamento. Il tutto, sempre in base ai tuoi obiettivi!

discopatia l4 l5

Discopatia L4 L5: sintomi, cura ed esercizi

La discopatia L4-L5 è una condizione comune che può causare dolore e rigidità nella parte bassa della schiena. Si verifica quando la cartilagine che ammortizza le vertebre lombari L4 e L5 si deteriora o si infiamma, il che può compromettere la funzionalità dell’articolazione e causare dolore.

Le cause precise della discopatia L4-L5 non sono completamente comprese, ma si ritiene che siano legate a fattori quali l’età, l’attività fisica eccessiva, il sovrappeso o l’obesità, il lavoro sedentario o una storia familiare di problemi alla schiena. Inoltre, la discopatia L4-L5 può essere causata da traumi o lesioni alla schiena, come ad esempio una caduta o un incidente d’auto.

I sintomi della discopatia L4-L5 possono variare da persona a persona e possono anche cambiare nel tempo. Alcuni dei sintomi più comuni della discopatia L4-L5 includono dolore nella parte bassa della schiena, rigidità nella parte bassa della schiena, formicolio, intorpidimento o debolezza nella gamba e nella parte inferiore del piede, difficoltà a camminare o a stare in piedi per lunghi periodi di tempo, e cambiamenti nella postura, come una curvatura della schiena più pronunciata del normale.

Se si sospetta di avere una discopatia L4-L5, è importante consultare un fisioterapista per una diagnosi accurata e un trattamento appropriato. I trattamenti per la discopatia L4-L5 possono includere terapia fisica, farmaci per il dolore, perdita di peso, cambiamenti nello stile di vita, e in alcuni casi, interventi chirurgici per riparare o sostituire la cartilagine danneggiata.

In sintesi, la discopatia L4-L5 è una condizione che può causare dolore e rigidità nella parte bassa della schiena. Le cause precise della condizione non sono completamente comprese, ma possono essere legate a fattori quali l’età, l’attività fisica eccessiva, il sovrappeso o l’obesità, e una storia familiare di problemi alla schiena. Se si sospetta di avere una discopatia L4-L5, è importante consultare un fisioterapista per una diagnosi accurata e un trattamento appropriato.


Sintomi della discopatia L4 L5

I sintomi della discopatia L4-L5 possono variare da persona a persona e possono anche cambiare nel tempo. Ecco alcuni dei sintomi più comuni della discopatia L4-L5:

  1. Dolore nella parte bassa della schiena, che può essere più intenso quando si è seduti o in piedi per lunghi periodi di tempo.
  2. Rigidità nella parte bassa della schiena, che può rendere difficile muoversi o camminare.
  3. Formicolio, intorpidimento o debolezza nella gamba e nella parte inferiore del piede.
  4. Difficoltà a camminare o a stare in piedi per lunghi periodi di tempo.
  5. Cambiamenti nella postura, come una curvatura della schiena più pronunciata del normale.
  6. In alcuni casi, la discopatia L4-L5 può causare dolore alle gambe durante la notte, che può interferire con il sonno.
  7. Sensazione di debolezza o instabilità del ginocchio.
  8. Gonfiore o arrossamento intorno al ginocchio.

Se si sospetta di avere una discopatia L4-L5, è importante consultare un fisioterapista per una diagnosi accurata e un trattamento appropriato.


Cause della discopatia L4 L5

Le cause precise della discopatia L4-L5 non sono completamente comprese, ma alcuni dei fattori che possono contribuire allo sviluppo di questa condizione includono:

  1. Età: il tessuto che ammortizza le vertebre può deteriorarsi con l’età, il che può aumentare il rischio di discopatia.
  2. Attività fisica eccessiva: un’attività fisica intensa o prolungata può mettere un eccessivo stress sulle vertebre lombari, il che può aumentare il rischio di discopatia.
  3. Sovrappeso o obesità: il peso extra può aumentare la pressione sulla schiena, il che può aumentare il rischio di discopatia.
  4. Lavoro sedentario: trascorrere molto tempo seduti può causare tensione e dolore alla schiena, il che può aumentare il rischio di discopatia.
  5. Storia familiare di problemi alla schiena: se i tuoi parenti stretti hanno avuto problemi alla schiena, è più probabile che tu sviluppi una discopatia.
  6. Traumi o lesioni alla schiena: una caduta o un incidente d’auto può causare lesioni alle vertebre lombari, il che può aumentare il rischio di discopatia.

Diagnosi della discopatia L4 L5

La diagnosi della discopatia L4-L5 può essere effettuata da un medico che specializzato in problemi alla schiena, come ad esempio un ortopedico o un neurologo. Per diagnosticare la discopatia L4-L5, il medico inizierà raccogliendo informazioni sui sintomi e sulla storia medica del paziente. Potrebbe quindi eseguire un esame fisico per valutare la funzionalità del ginocchio e la presenza di dolore o rigidità nella parte bassa della schiena.

Inoltre, il medico potrebbe ordinare alcuni esami di imaging, come ad esempio una radiografia, una risonanza magnetica o una tomografia computerizzata, per visualizzare la struttura delle vertebre lombari e determinare se ci sono segni di deterioramento o infiammazione della cartilagine. Questi esami possono anche aiutare a escludere altre possibili cause di dolore alla schiena, come ad esempio un’ernia del disco.


Esercizi per la discopatia L4 L5

La discopatia L4-L5 può causare dolore alla schiena e alle gambe, e può essere trattata con esercizi mirati a rafforzare i muscoli della schiena e della zona lombare. Ecco alcuni esercizi che potrebbero essere utili:

  • Pelvic tilts: stenditi a pancia in giù con le gambe distese e i piedi appoggiati a terra. Contrai i muscoli della zona lombare e solleva leggermente i fianchi, mantenendo le gambe distese. Tieni la posizione per qualche secondo, poi rilassa i muscoli e torna alla posizione di partenza.
  • Braccio e gamba sollevati: stenditi supina (a pancia in su) con le braccia lungo i fianchi e le gambe distese. Solleva lentamente un braccio e una gamba dal suolo, mantenendo entrambi estesi e paralleli al pavimento. Tieni la posizione per qualche secondo, poi abbassa il braccio e la gamba. Ripeti l’esercizio con l’altro braccio e l’altra gamba.
  • Lat machine: se hai accesso a una lat machine (una macchina per l’allenamento della schiena), puoi eseguire esercizi di rematore per rafforzare i muscoli della zona lombare e della schiena. Regola la macchina in modo da avere una presa ampia e comoda, poi esegui il movimento di rematore, tirando verso di te il bilanciere o i manubri.

È importante ricordare che ogni persona è diversa e che gli esercizi devono essere adattati alle proprie esigenze e al proprio livello di allenamento. Prima di iniziare un nuovo programma di esercizi, consulta il tuo fisioterapista per assicurarti che gli esercizi siano adatti a te e che li stai eseguendo correttamente.

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discopatia l5 s1

Discopatia L5 S1: sintomi ed esercizi

La discopatia L5 S1 è una patologia della colonna vertebrale che colpisce la regione lombare (bassa schiena). La discopatia si verifica quando il disco intervertebrale, una struttura che funge da ammortizzatore tra le vertebre, si usura o si danneggia. La discopatia L5 S1 colpisce principalmente il disco intervertebrale tra le vertebre L5 e S1, ovvero l’ultimo disco lombare e il primo sacrale.

I dischi intervertebrali sono composti da un nucleo polposo e da un anello fibroso esterno. Con il tempo, i dischi possono perdere elasticità e idratazione, e questo può causare il loro indebolimento o la loro rottura. Quando ciò accade, il nucleo polposo può spostarsi verso l’esterno dell’anello fibroso e comprimere i nervi spinali, causando dolore e altri sintomi.

La discopatia L5 S1 può essere causata da diversi fattori, come l’età, il sovraccarico fisico, l’obesità o le malattie degenerative. Spesso, la discopatia L5 S1 si verifica in persone di mezza età o anziane, ma può colpire anche i giovani se sottoposti a uno sforzo eccessivo o a traumi.


Sintomi della discopatia L5 S1

I sintomi della discopatia L5-S1 possono variare da persona a persona e possono anche cambiare nel tempo. Ecco alcuni dei sintomi più comuni della discopatia L5-S1:

  1. Dolore nella parte bassa della schiena, che può essere più intenso quando si è seduti o in piedi per lunghi periodi di tempo.
  2. Rigidità nella parte bassa della schiena, che può rendere difficile muoversi o camminare.
  3. Formicolio, intorpidimento o debolezza nella gamba e nella parte inferiore del piede.
  4. Difficoltà a camminare o a stare in piedi per lunghi periodi di tempo.
  5. Cambiamenti nella postura, come una curvatura della schiena più pronunciata del normale.
  6. In alcuni casi, la discopatia L5-S1 può causare dolore alle gambe durante la notte, che può interferire con il sonno.

Cause della discopatia L5 S1

Le cause precise della discopatia L5-S1 non sono completamente comprese, ma si ritiene che siano legate a fattori quali l’età, l’attività fisica eccessiva, il sovrappeso o l’obesità, il lavoro sedentario o una storia familiare di problemi alla schiena. Inoltre, la discopatia L5-S1 può essere causata da traumi o lesioni alla schiena, come ad esempio una caduta o un incidente d’auto. Come accennato in precedenza, se si sospetta di avere una discopatia L5-S1, è importante consultare un medico per una diagnosi accurata e un trattamento appropriato.

Alcuni dei fattori che possono contribuire allo sviluppo di questa condizione includono:

  1. Età: il tessuto che ammortizza le vertebre può deteriorarsi con l’età, il che può aumentare il rischio di discopatia.
  2. Attività fisica eccessiva: un’attività fisica intensa o prolungata può mettere un eccessivo stress sulle vertebre lombari, il che può aumentare il rischio di discopatia.
  3. Sovrappeso o obesità: il peso extra può aumentare la pressione sulla schiena, il che può aumentare il rischio di discopatia.
  4. Lavoro sedentario: trascorrere molto tempo seduti può causare tensione e dolore alla schiena, il che può aumentare il rischio di discopatia.
  5. Storia familiare di problemi alla schiena: se i tuoi parenti stretti hanno avuto problemi alla schiena, è più probabile che tu sviluppi una discopatia.
  6. Traumi o lesioni alla schiena: una caduta o un incidente d’auto può causare lesioni alle vertebre lombari, il che può aumentare il rischio di discopatia.

Se soffri di Discopatia L5 S1 e cerchi un fisioterapista a San Martino Buon Albergo e in provincia di Verona, contattami per effettuare una valutazione specialistica. Insieme, vedremo le cause del problema, i tempi di recupero e le possibilità di trattamento. Il tutto, sempre in base ai tuoi obiettivi!

gomito del tennista

Gomito del tennista: sintomi, cause e rimedi

L’epicondilite è una condizione comune che causa dolore e gonfiore ai gomiti. È anche conosciuta come “gomito del tennista” perché è comune tra i giocatori di tennis che usano ripetutamente i loro avambracci per colpire la palla. Il dolore è solitamente localizzato nella parte esterna del gomito, nella zona delle ossa chiamate epicondili. Se sei un giocatore di tennis o fai qualsiasi altra attività che coinvolga il ripetuto movimento del gomito, dovresti parlare con il tuo fisioterapista se hai dolore ai gomiti per capire se potrebbe essere epicondilite.


Epicondilite: sintomi

I sintomi dell’epicondilite possono variare da persona a persona, ma il sintomo principale è il dolore nella parte esterna del gomito. Il dolore può essere acuto o bruciante e può peggiorare quando si stringono le dita, si ruotano il polso o si flettono il gomito. Altri sintomi possono includere gonfiore e dolorabilità nella parte esterna del gomito, dolore che si estende lungo il braccio fino alla mano, rigidità del gomito, debolezza nella stretta di mano e dolore che peggiora quando si praticano attività che richiedono movimenti ripetitivi del gomito.

In alcuni casi, il dolore può essere così grave da impedire il movimento del gomito e può anche interferire con le attività quotidiane come lavarsi i capelli o aprire una bottiglia di acqua. Il dolore può anche peggiorare di notte e impedire di dormire bene.

In alcuni casi, l’epicondilite può causare una sensazione di formicolio o intorpidimento nelle dita, specialmente nell’anulare e nel mignolo. Questi sintomi possono essere il risultato della compressione del nervo ulnare, che passa attraverso la parte esterna del gomito e può essere irritato dall’infiammazione causata dall’epicondilite.

Se hai questi sintomi, dovresti parlare con il tuo fisioterapista per capire se potrebbe trattarsi di epicondilite. Il fisioterapista potrebbe eseguire una serie di test per confermare la diagnosi, come la valutazione della forza e della flessibilità del gomito e la palpazione della zona dolorosa per determinare se c’è gonfiore o infiammazione.


Cause gomito del tennista

Le cause esatte dell’epicondilite non sono completamente comprese, ma si ritiene che siano legate all’uso eccessivo e ripetuto dei muscoli e dei tendini nella parte esterna del gomito. L’epicondilite è comune tra i giocatori di tennis, ma può anche verificarsi in altri lavoratori o atleti che sottopongono i loro gomiti a movimenti ripetuti, come i giardinieri, gli operai edili o gli schermidori.

L’epicondilite può anche essere causata da una lesione ai muscoli o ai tendini nella parte esterna del gomito, come una distorsione o una contusione. A volte, il dolore al gomito può essere il risultato di una condizione sottostante come l’artrite o il diabete. Se hai dolore al gomito, è importante parlare con il tuo fisioterapista per capire la causa e ricevere un trattamento adeguato.


Epicondilite: quali rimedi?

  1. Il trattamento iniziale dell’epicondilite può includere il riposo del gomito, l’applicazione di ghiaccio per ridurre l’infiammazione e il dolore, e l’utilizzo di farmaci antidolorifici come l’ibuprofene o il paracetamolo per gestire il dolore.
  2. Se il dolore persiste, il tuo fisioterapista potrebbe raccomandare esercizi di rafforzamento e stretching per rafforzare i muscoli del gomito e ridurre la tensione sui tendini. Potrebbero anche raccomandare l’utilizzo di un tutore o una stecca per il gomito per ridurre il movimento e aiutare a guarire.
  3. In alcuni casi, il fisioterapista potrebbe raccomandare terapie fisiche come l’elettrostimolazione, l’ultrasuono o la terapia fisica per aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore.
  4. Se i sintomi non migliorano con il trattamento conservativo, il fisioterapista potrebbe raccomandare un intervento chirurgico per riparare i tendini danneggiati o rimuovere le parti infiammate del tendine. L’intervento chirurgico può essere eseguito in anestesia locale o generale e di solito richiede solo una breve degenza ospedaliera.
  5. Dopo l’intervento chirurgico, il fisioterapista può raccomandare esercizi di riabilitazione per aiutare a rafforzare i muscoli del gomito e ripristinare la mobilità e la forza. Il tempo di recupero dopo l’intervento chirurgico può variare, ma di solito richiede diverse settimane o mesi prima di tornare completamente all’attività normale.

In generale, il trattamento dell’epicondilite dipende dalla gravità dei sintomi e dalla causa sottostante. Se hai dolore al gomito, è importante parlare con il tuo fisioterapista per ricevere una diagnosi accurata e un trattamento adeguato.

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sperone calcaneare

Sperone Calcaneare: operazione o trattamento fisioterapico?

Lo sperone calcaneare è una crescita ossea anormale che si sviluppa sul lato posteriore o inferiore del calcagno, l’osso del tallone. Questa crescita ossea può essere dolorosa e può causare difficoltà a camminare o a fare attività fisica. Lo sperone calcaneare può essere causato da un uso eccessivo del tallone, da un’artrite, da una deformità del piede o da altre condizioni. Se hai dolore al tallone, è importante parlare con il tuo fisioterapista per capire se potrebbe essere lo sperone calcaneare e ricevere un trattamento adeguato.

Sperone calcaneare: devo operarmi?

Esistono diverse opzioni per il trattamento del dolore causato dallo sperone calcaneare, che possono essere utilizzate singolarmente o in combinazione. In genere, il trattamento inizia con il riposo, l’applicazione di ghiaccio e l’uso di farmaci antidolorifici per ridurre il dolore e l’infiammazione. Inoltre, può essere utile indossare calzature che offrano un buon supporto e ammortizzazione per il tallone, in modo da ridurre la pressione sulla zona colpita.

Se il dolore persiste, il fisioterapista può consigliare l’utilizzo di plantari o di altri dispositivi di supporto per il piede. Questi dispositivi possono aiutare a distribuire meglio il peso del corpo sui piedi e a ridurre la pressione sulla zona interessata dallo sperone. Inoltre, il fisioterapista può consigliare esercizi di stretching e di rafforzamento dei muscoli del piede per aiutare a prevenire la ricomparsa dello sperone.

In alcuni casi, il trattamento conservativo non è sufficiente a ridurre il dolore e l’infiammazione causati dallo sperone. In questi casi, il medico può consigliare un intervento chirurgico per rimuovere la protuberanza ossea. Tuttavia, questo tipo di intervento è generalmente riservato ai casi più gravi e può comportare il rischio di complicanze, come l’infiammazione dei tessuti circostanti o l’insorgenza di infezioni.

In generale, lo sperone calcaneare non richiede un intervento chirurgico per essere trattato. Con il riposo, l’applicazione di ghiaccio e l’uso di farmaci antidolorifici, è possibile ridurre il dolore e l’infiammazione causati dalla condizione. Inoltre, l’utilizzo di plantari e altri dispositivi di supporto, insieme a esercizi di stretching e di rafforzamento dei muscoli del piede, può aiutare a prevenire la ricomparsa dello sperone. Solo in casi più gravi, il medico può consigliare un intervento chirurgico per rimuovere la protuberanza.


Sperone calcaneare plantare: sintomi

I sintomi dello sperone calcaneare includono:

  • Dolore al tallone, soprattutto quando si cammina o si fa attività fisica
  • Infiammazione e gonfiore intorno alla protuberanza ossea
  • Difficoltà nella camminata, con sensazione di instabilità o di “pizzicore” al tallone
  • Rigidità del piede, soprattutto al mattino o dopo aver trascorso lunghi periodi seduti o in piedi

In alcuni casi, lo sperone calcaneare può causare dolore anche quando si è a riposo, rendendo difficile trovare una posizione comoda per il piede. Se non viene trattato, lo sperone calcaneare può portare a una serie di complicazioni, come l’insorgenza di fascite plantare o di altre condizioni dolorose a carico del piede.

Per diagnosticare lo sperone calcaneare, il medico esaminerà il piede del paziente e valuterà la presenza di dolore e di altri sintomi. In alcuni casi, può essere necessario eseguire una radiografia o un’altra indagine diagnostica per confermare la presenza della protuberanza ossea. Una volta effettuata la diagnosi, il medico può consigliare il trattamento più adeguato per alleviare il dolore e prevenire le complicanze.


Sperone osseo piede: terapia

Lo sperone calcaneare è una condizione che può essere trattata con successo utilizzando diverse opzioni terapeutiche. Ecco alcuni dei trattamenti più comuni per lo sperone calcaneare:

  • Riposo: il riposo del piede colpito può aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione causati dallo sperone. Il medico può consigliare di evitare l’attività fisica eccessiva o di indossare un tutore per sostenere il piede durante la guarigione.
  • Ghiaccio: l’applicazione di ghiaccio sulla zona interessata può aiutare a ridurre il gonfiore e il dolore. Il medico può consigliare di applicare il ghiaccio per 15-20 minuti ogni ora, utilizzando un sacchetto di ghiaccio o una borsa di verdure surgelate avvolta in un panno.
  • Farmaci antidolorifici: i farmaci antidolorifici, come l’ibuprofene o il paracetamolo, possono aiutare a ridurre il dolore causato dallo sperone. Il medico può consigliare l’assunzione di questi farmaci secondo le dosi indicate sulla confezione o sulla prescrizione medica.
  • Calzature adeguate: indossare calzature che offrano un buon supporto e ammortizzazione per il tallone può aiutare a ridurre la pressione sulla zona colpita dallo sperone. Il medico può consigliare di scegliere calzature con una suola rigida e un tacco basso, che aiutino a distribuire il peso del corpo in modo uniforme sui piedi.
  • Plantari: i plantari sono dispositivi di supporto per il piede che possono essere utilizzati per trattare lo sperone calcaneare. I plantari sono realizzati su misura per il piede del paziente e possono aiutare a distribuire meglio il peso del corpo sui piedi e a ridurre la pressione sulla zona interessata dallo sperone.
  • Esercizi di stretching e rafforzamento: il fisioterapista può consigliare esercizi di stretching e di rafforzamento dei muscoli del piede per aiutare a prevenire la ricomparsa dello sperone. Gli esercizi di stretching possono aiutare a mantenere la flessibilità dei muscoli e dei tendini del piede, mentre gli esercizi di rafforzamento possono aiutare a rinforzare i muscoli e a migliorare la stabilità del piede.

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formicolio mignolo

Formicolio al mignolo

Il formicolio al mignolo è un sintomo estremamente comune con manifestazioni sia a carico della mano destra sia a carico della mano sinistra. Come tipologia di sintomo, il formicolio viene considerato un fattore correlato a problematiche del tessuto nervoso (come anche altri sintomi tra cui bruciore, sensazione di intorpidimento o addormentamento e la sensazione di scossa elettrica) in punti di versi della zona cervicale (collo), della spalla, del braccio o della stessa mano.

Lo scopo di questo articolo è approfondire quali sono le problematiche che potrebbero generare formicolio al mignolo di una o dell’altra mano e di conoscere i professionisti più idonei a cui rivolgersi.


Formicolio mignolo mano destra o sinistra

Come potrebbe essere facilmente intuibile, il formicolio al mignolo potrebbe presentarsi sia in una sia in entrambe le mani separatamente o contemporaneamente. Il lato (destro o sinistro), tuttavia, non dice nulla in termini diagnostici: la problematica potrebbe essere la medesima e potrebbe generare sintomi sia in un emi-lato del corpo sia nell’altro.

In linea generale, le condizioni cliniche che il paziente potrebbe riferire durante la prima visita sono 3:

  • Formicolio mignolo sinistro;
  • Formicolio mignolo destro;
  • Formicolio mignolo destro e sinistro contemporaneamente.

Come vedremo, la reale differenza tra le tre situazioni cliniche è data tra la presenza di sintomi in un solo emi-lato (destro o sinistro) e la presenza di sintomi in entrambe le mani.

Formicolio al mignolo e patologie

Le patologie che potrebbero generale formicolio al mignolo di una mano o di entrambe le mani sono numerose e le principali che devono essere ricordate sono:

  • Ernia cervicale;
  • Plessopatie o disturbi a carico del plesso brachiale;
  • Entrapment nervosi (sindromi da intrappolamento dei nervi periferici) a diversi livelli (spalla, braccio, gomito, avambraccio, mano);
  • Trigger o tender point (punti di tensione o “contrattura” muscolare che potrebbero generare sintomi a distanza come, appunto, il formicolio a carico del mignolo);
  • Patologie neurologiche;
  • Ansia o stress;
  • Sovraccarichi di tipo sportivo o lavorativo;
  • Compressioni nervose (da allettamento, da posture mantenute come quella secondaria a un appoggio prolungato dell’avambraccio sulla scrivania).

Quali nervi periferici o quali radici nervose potrebbero coinvolte nel formicolio al mignolo?

Solitamente, il formicolio al mignolo (o al mignolo all’anulare) è secondario a una compressione delle basse radici nervose cervicali (C7, C8, T1), dei tronchi nervosi a livello del plesso brachiale (alla radice del braccio) o del nervo ulnare a livello del gomito (a livello del tunnel cubitale) e della mano (a livello del canale di Guyon, in prossimità della radice delle ultime due dita della mano).

Più il problema sarà “alto”, ovvero verso la spalla e verso il collo, più la distribuzione del formicolio sarà ampia (sia a livello del braccio che dell’avambraccio e della mano). Più il problema sarà “basso” (come a livello del gomito o della mano), più la zona dei sintomi sarà ristretta e circoscritta più in periferia (come nel caso delle problematiche di compressione del nervo ulnare a livello della mano e dei sintomi che comporta a livello del mignolo e dell’anulare e non in altre zone del braccio).


Sintomi associati al formicolio al mignolo della mano

Il formicolio al mignolo della mano non sempre è l’unico sintomo riferito dai pazienti. Molto spesso, infatti, il formicolio alla mano si associa anche ad altri sintomi che possono essere secondari a problematiche del tessuto nervoso come:

  • Bruciore;
  • Intorpidimento;
  • Calore;
  • Scossa elettrica;
  • Sensazione di freddo;
  • Sensazione di alterazione della sensibilità;
  • Rigidità articolare o muscolare;
  • Dolore o sensazione di tensione, fitta;
  • Torpore;
  • Sensazione di acqua che “scorre” lungo il braccio.

A esclusione del dolore e della rigidità che potrebbero essere secondari anche ad altri disturbi, tutti gli altri sintomi dell’elenco sono caratteristici di un disturbo a carico del sistema nervoso.


Diagnosi in caso di formicolio al mignolo

La diagnosi della patologia alla base del formicolio al mignolo o a carico di altre dita è sempre di competenza medica (medico di medicina generale o, più probabilmente, del neurologo, del neurochirurgo o del medico algologo). Il processo diagnostico e di inquadramento del paziente con formicolio o altri sintomi a carico del tessuto nervoso, solitamente, prevede un colloquio iniziale, una vera e propria visita e, eventualmente, l’approfondimento della condizione attraverso indagini strumentali e diagnostiche specifiche (come l’elettromiografia, la risonanza magnetica, l’elettroneurografia o altre metodiche sulla base della scelta del medico di medicina generale o degli specialisti).

A chi rivolgersi in caso di formicolio al mignolo

Gli specialisti a cui rivolgersi in caso di formicolio al mignolo sono:

  • Fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico – in quanto in numerosi casi i formicolii e i sintomi associati possono essere gestiti e risolti attraverso tecniche manuali ed esercizi specifici;
  • Neurologo;
  • Neurochirurgo;
  • Medico Algologo – o medico del dolore.

Dal momento che i formicolii a carico dell’arto superiore (come quelli a livello dell’anulare e del mignolo o di altre dita) potrebbero essere secondari non solo a problematiche benigne ma anche a disturbi più serie, la raccomandazione più corretta e appropriata per tutti i pazienti che ne soffrono è quella di rivolgersi, in primo luogo, a personale medico che stabilisca una diagnosi. 
In secondo luogo, sia nel caso in cui il paziente riceva una prescrizione di farmaci o infiltrazioni specifiche per coadiuvare la riabilitazione, sarà probabilmente necessario (nella maggior parte dei casi) rivolgersi al fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico per intraprendere un percorso di recupero efficace e, soprattutto, che sia duraturo nel lungo termine.

Se soffri di formicolio al mignolo e cerchi un fisioterapista a San Martino Buon Albergo e in provincia di Verona, contattami per effettuare una valutazione specialistica. Insieme, vedremo le cause del problema, i tempi di recupero e le possibilità di trattamento. Il tutto, sempre in base ai tuoi obiettivi!

cervicale infiammata

Sintomi e rimedi da cervicale infiammata

L’infiammazione cervicale o l’infiammazione del rachide cervicale è un termine che indica problematiche di dolore, rigidità e di mobilità a livello della zona compresa tra la nuca e i profili superiori dei trapezi nota, appunto, come regione cervicale. Purtroppo, in realtà, il termine infiammazione è probabile sia oggi inappropriato in quanto nelle problematiche cervicali non vi è una vera e propria infiammazione che, invece, si verifica in disturbi più significativi come quelli reumatici o secondari ad altre patologie di pertinenza medica. Proprio per questo motivo è più corretto utilizzare la dicitura dolore cervicale o cervicalgia. Più nello specifico, nel caso il dolore sia presente da poco tempo si parlerà di cervicalgia acuta e, al contrario, nel caso in cui il dolore sia presente da settimane o mesi si parlerà di cervicalgia persitente o cronica.

Ad ogni modo, lo scopo di questo articolo è quello di approfondire cosa davvero possiamo intendere per cervicale infiammata, quali sono i sintomi e quali sono i rimedi più efficaci per la risoluzione del dolore.


Cervicale infiammata: cause

Le cause di infiammazione o dolore a carico della zona cervicale sono numerose e spaziano da problematiche serie a disturbi di lieve entità. Escluse le patologie di esclusiva pertinenza medica, le cause principali consistono in:

  • Ernia cervicale;
  • Stenosi cervicale;
  • Spondilolisi o spondilolistesi cervicale;
  • Discopatia cervicale;
  • Tensione muscolare a carico dei muscoli trapezi;
  • Esiti di colpo di frusta;
  • Sovraccarico lavorativo o sportivo;
  • Sedentarietà.

Cervicale infiammata sintomi

I sintomi da cervicale infiammata sono molto caratteristici e comprendono:

  • Dolore cervicale (a livello del collo);
  • Dolore ai trapezi;
  • Collo rigido;
  • Problemi di dolore o rigidità durante i movimenti della testa e del collo;
  • Dolore cervicale associato a cefalea (mal di testa);
  • Dolore cervicale associato a sintomi (dolore o rigidità) a livello delle scapole;
  • Vergini di origine cervicale (sbandamenti o capogiri).

Nel caso in cui il paziente percepisca alcuni di questi sintomi, la diagnosi medica da parte del medico di medicina generale o degli specialisti è molto probabile sia quella di cervicalgia. Per ottimizzare e perfezionare il processo di inquadramento del paziente, è possibile che il personale medico richieda alcuni approfondimenti diagnostici, come la radiografia o la risonanza magnetica, per stabilire delle potenziali correlazioni tra ciò che si evidenzia da tali immagini e i sintomi cervicali del paziente.

La diagnosi, in qualunque caso e non solo nella fattispecie della cervicalgia, spetta sempre ed esclusivamente al personale medico.

Confermata la diagnosi ed escluse problematiche più serie, il medico di medicina generale o il medico specialista indirizzerà il paziente verso la riabilitazione supervisionata dal fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico: ecco il vero rimedio efficace per risolvere le problematiche cervicali.


Cervicale infiammata: rimedi e terapie efficaci

Le terapie e i rimedi più efficaci per la cervicalgia o dolore cervicale, esclusi i farmaci o le terapie di altro genere proposte dal personale medico, sono le tecniche manuali e gli esercizi riabilitativi specifici prescritti e proposti dal fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico.

Nel dettaglio, lo scopo delle tecniche manuali e degli esercizi hanno lo scopo di:

  • Ridurre il dolore;
  • Migliorare il movimento;
  • Ridurre la tensione muscolare;
  • Ridurre la rigidità a livello del collo;
  • Migliorare i sintomi a livello della testa (cefalea), del braccio (cervicobrachialgia) e della regione scapolare (dolore toracico);
  • Ridurre la percezione di pesantezza a livello del collo e dei trapezi;
  • Ridurre il rischio di incorrere in recidive (ricadute).

Fortunatamente, la maggior parte delle problematiche cervicali è di natura benigna e non è secondaria a problematiche di pertinenza medica serie e che richiedono ricovero, terapie d’urgenza o chirurgia. Nella maggior parte dei casi, infatti, indipendentemente dalle problematiche che emergono dalla risonanza magnetica o da qualunque altra indagine strumentale, è possibile gestire in modo ottimale ed efficace attraverso la terapia conservativa, ovvero farmaci (eventualmente) e riabilitazione.


A chi rivolgersi quindi in caso di dolore o problematiche cervicali?

Chiunque soffra di problematiche a carico del rachide cervicale deve necessariamente rivolgersi solo ed esclusivamente a personale sanitario laureato e abilitato all’esercizio professionale. Nello specifico, i professionisti a cui è possibile rivolgersi sono:

  • Fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico;
  • Medico algologo o medico del dolore per la terapia del dolore;
  • Ortopedico;
  • Fisiatra;
  • Neurologo o neurochirurgo.

Le terapie alternative o le professioni non sanitarie e senza un riconoscimento valido dal punto di vista medico-sanitario non sono in alcun modo raccomandate e sono a oggi caldamente sconsigliate per qualunque paziente soffra di problematiche di tipo cervicale o in altre zone del corpo.

Se soffri di problemi di cervicale infiammata e cerchi un fisioterapista a San Martino Buon Albergo e in provincia di Verona, contattami per effettuare una valutazione specialistica. Insieme, vedremo le cause del problema, i tempi di recupero e le possibilità di trattamento. Il tutto, sempre in base ai tuoi obiettivi!

dolore alla scapola

Dolore alla scapola destra o sinistra: cause e sintomi

Il dolore alla scapola destra o sinistra può essere un sintomo di diverse condizioni di salute. La scapola, o spalla, è un osso a forma di triangolo che si trova nella parte superiore della schiena. La scapola destra e quella sinistra sono posizionate su entrambi i lati del torace, e hanno il compito di proteggere le strutture delicate del torace, come il cuore e i polmoni, e di fornire un punto di attacco per i muscoli che muovono il braccio.

Il dolore alla scapola può essere causato da un’infiammazione o da un’irritazione dei muscoli, dei tendini o dei nervi che si trovano nella zona della scapola. In alcuni casi, il dolore alla scapola può essere il risultato di un problema a carico delle strutture ossee o delle articolazioni della spalla.

I sintomi del dolore alla scapola possono variare a seconda della causa sottostante. In genere, il dolore alla scapola può essere acuto o cronico, e può essere accompagnato da altri sintomi, come gonfiore, rigidità o debole

Dolore alla scapola destra o sinistra: cause

Il dolore alla scapola può essere causato da diverse condizioni di salute. Ecco alcune delle cause più comuni di dolore alla scapola destra o sinistra:

  • Infiammazione o irritazione dei muscoli, dei tendini o dei nervi che si trovano nella zona della scapola. Questo tipo di dolore può essere causato da un sovraccarico dei muscoli della scapola, ad esempio a seguito di attività fisica intensa o ripetitiva.
  • Disturbi delle articolazioni della spalla, come l’artrosi o la tendinite. Questi disturbi possono causare dolore e limitare la mobilità della spalla.
  • Lesioni o traumi alla scapola, ad esempio a seguito di una caduta o di un incidente d’auto. Le lesioni alla scapola possono causare dolore acuto e difficoltà nei movimenti del braccio.
  • Cattiva postura o errata tecnica durante l’esecuzione di determinati movimenti, come sollevare pesi o fare sport. La cattiva postura può causare uno sforzo eccessivo sui muscoli della scapola, causando dolore e infiammazione.
  • Altre condizioni di salute, come il dolore riferito (che si manifesta in una zona del corpo diversa da quella in cui è presente la causa del dolore), il tumore o il diabete. In questi casi, il dolore alla scapola può essere un sintomo di una condizione più grave.

A chi rivolgersi in caso di dolore alla scapola?

In caso di dolore alla scapola, è consigliabile rivolgersi al proprio medico di base o al fisioterapista. Il medico o il fisioterapista saranno in grado di valutare la causa del dolore e consigliare il trattamento più appropriato.

Il fisioterapista è un professionista della salute che si occupa di valutare, diagnosticare e trattare i disturbi del movimento e delle funzioni fisiche. Il fisioterapista può aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione causati dalla scapola, e può insegnare esercizi di stretching e di rafforzamento per prevenire la ricomparsa del dolore.

In caso di dolore acuto o grave, o se il dolore alla scapola è accompagnato da altri sintomi preoccupanti, come difficoltà nei movimenti o perdita di sensibilità, è consigliabile rivolgersi al proprio medico di base o al pronto soccorso per una valutazione più approfondita.

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dolore all'anca

Dolore all’anca: che esami fare?

Il dolore all’anca può essere un sintomo di diverse condizioni di salute. L’anca è un’articolazione complessa che permette ai movimenti del corpo, come camminare, correre o saltare. L’anca è formata da un’osso chiamato coxale, che si articola con il femore (l’osso della coscia) formando un’articolazione a forma di sella.

Il dolore all’anca può essere causato da un’infiammazione o da un’irritazione delle strutture che compongono l’articolazione dell’anca, come i legamenti, i tendini o i muscoli. In alcuni casi, il dolore all’anca può essere il risultato di un problema a carico dell’osso o del tessuto cartilagineo dell’anca.

I sintomi del dolore all’anca possono variare a seconda della causa sottostante. In genere, il dolore all’anca può essere acuto o cronico, e può essere accompagnato da altri sintomi, come gonfiore, rigidità o debolezza nella zona dell’anca. Il dolore all’anca può limitare la capacità di muovere l’articolazione e può rendere difficile o doloroso camminare o svolgere altre attività fisiche.

Se si avverte dolore all’anca, è importante rivolgersi al proprio medico di base o al fisioterapista per una valutazione accurata. Il medico o il fisioterapista potranno identificare la causa del dolore e consigliare il trattamento più appropriato. In alcuni casi, potrebbe essere necessario sottoporsi a test diagnostici, come raggi X o risonanza magnetica, per determinare la causa del dolore all’anca.


Dolore all’anca: esami

Se si avverte dolore all’anca, è importante rivolgersi al proprio medico di base o al fisioterapista per una valutazione accurata. Il medico o il fisioterapista potranno valutare i sintomi e la storia clinica del paziente, e consigliare gli esami diagnostici più appropriati per indagare sulla causa del dolore all’anca.

Ecco alcuni degli esami diagnostici che il medico potrebbe consigliare per il dolore all’anca:

  • Raggi X: i raggi X sono un tipo di radiazione ionizzante che viene utilizzata per visualizzare le ossa. I raggi X possono essere utilizzati per esaminare l’anca e identificare eventuali problemi ossei, come fratture, deformità o artrosi.
  • Risonanza magnetica: la risonanza magnetica (RM) è una tecnica diagnostica che utilizza un campo magnetico e delle onde radio per creare immagini dettagliate dell’interno del corpo. La RM può essere utilizzata per visualizzare l’anca e identificare eventuali problemi di tipo muscolare, tendineo o nervoso.
  • TAC: la tomografia computerizzata (TAC) è una tecnica diagnostica che utilizza una serie di raggi X e un computer per creare immagini dettagliate delle strutture interne del corpo. La TAC può essere utilizzata per visualizzare l’anca e identificare eventuali anomalie ossee o altri problemi che possono causare dolore.
  • Ecografia: l’ecografia è una tecnica diagnostica che utilizza onde sonore ad alta frequenza per creare immagini delle strutture interne del corpo. L’ecografia può essere utilizzata per visualizzare l’anca e identificare eventuali problemi di tipo infiammatorio o tissutale che possono causare dolore.
  • Artroscopia: l’artroscopia è una procedura chirurgica che consente di visualizzare l’interno dell’articolazione dell’anca attraverso una piccola incisione cutanea. L’artroscopia può essere utilizzata per diagnosticare e trattare alcune condizioni dell’anca, come l’artrosi o la lesione dei legamenti.

Il medico o il fisioterapista potranno consigliare gli esami diagnostici più appropriati in base alla storia clinica del paziente e alla severità del dolore. In alcuni casi, potrebbe essere necessario effettuare più di un esame per determinare la causa del dolore all’anca.

Se soffri di dolore all’anca e cerchi un fisioterapista a San Martino Buon Albergo e in provincia di Verona, contattami per effettuare una valutazione specialistica. Insieme, vedremo le cause del problema, i tempi di recupero e le possibilità di trattamento. Il tutto, sempre in base ai tuoi obiettivi!

sindrome del tunnel cubitale

Sindrome del tunnel cubitale: sintomi e trattamento

Quando parliamo di neuropatie da compressione non possiamo non citare la sindrome del tunnel cubitale, che rappresenta per diffusione la seconda neuropatia da compressione, seconda solamente alla sindrome del tunnel carpale. Con questo articolo cercheremo di tuffarci tra le molte informazioni riguardanti questa patologia, dalle cause ai sintomi, fino al tipo di trattamento che attualmente la letteratura ci consiglia nell’alleviare i sintomi e cercare di risolvere il problema. Ma andiamo con ordine!


Cos’è la Sindrome del tunnel cubitale?

La sindrome del tunnel cubitale rappresenta una condizione clinica caratterizzata dall’intrappolamento del nervo ulnare a livello del gomito. Il nervo ulnare, dal punto di vista anatomico, nasce dalle radici nervose di C8 e T1, che partono a livello midollare per unirsi e formare un unico nervo che va ad innervare la parte laterale dell’avambraccio. Per capirci, è il nervo che permette di muovere le ultime due dita ed è lo stesso nervo che quando colpiamo con forza il bracciolo o lo schienale della sedia con il gomito ci provoca il tipo formicolio alle prime due dita delle mani.

Ebbene, questo nervo passa nel gomito attraverso dei punti critici, molto stretti, che in particolari situazioni possono provocare una compressione del nervo e lo sviluppo di tutti quei sintomi ascrivibili ad una neuropatia, come il formicolio o la mancanza di forza. In particolare, quando il nervo supera il muscolo tricipite, si inserisce nel “tunnel cubitale”, un tunnel formato dalla capsula dell’articolazione del gomito e dal legamento collaterale. Questo è un punto molto stretto, che è il principale punto che può causare compressione. In seconda battuta, quando il nervo emerge dal tunnel cubitale, passa sotto il muscolo “flessore ulnare del carpo” che, se si presenta in particolari condizioni di rigidità e accorciamento, può causare anch’esso una compressione di tale nervo.

Come già accennato precedentemente, il nervo ulnare è responsabile della sensibilità della parte interna dell’avambraccio, del palmo e delle ultime 2-3 dita della mano. Si occupa poi di dare movimento ai muscoli che flettono il polso, le ultime dita e i piccoli muscoli della mano. Proprio per questo, chi soffre di questa sindrome ha difficoltà, ad esempio, a trattenere gli oggetti.


Sindrome del tunnel cubitale: sintomi

“Ma quindi, quali sono i sintomi che sento quando ho questo tipo di sindrome?” Qui dobbiamo fare una premessa iniziale, nel senso che i sintomi, viste le caratteristiche del nervo, possono coinvolgere sia gli aspetti motori che sensitivi.

Se consideriamo i sintomi sensitivi, i principali sono la presenza di fomicolio, intorpidimento, bruciore nella parte interna dell’avambraccio e nelle ultime due dita della mano e la parte del palmo corrispondente. Questi sintomi in genere aumentano con la flessione del gomito, che va ad aumentare la compressione del nervo ulnare nelle zone critiche. Per quanto riguarda i sintomi motori, è possibile avere una riduzione della forza nella presa, con la tipica caratteristica di non poter trattenere degli oggetti nelle mani. C’è da dire che i sintomi motori sono presenti solamente nelle fasi avanzate della patologia.


Sindrome del tunnel cubitale: trattamento

C’è una buona notizia se soffri di sindrome del tunnel cubitale poiché c’è una buona probabilità di risolvere i sintomi con un trattamento conservativo, ossia coinvolgendo un fisioterapista specializzato nel trattamento di disordini muscoloscheletrici che possa consigliarti al meglio come gestire il problema durante la giornata e quali strategie mettere in atto per migliorare il tuo dolore. Infatti, spesso i sintomi regrediscono mettendo in atto alcune strategie di igiene posturale durante il lavoro o durante la notte che permettono di non stressare la zona laterale del gomito ed i muscoli ad essa correlati, per diminuire l’irritabilità del nervo che scorre all’interno.

La fisioterapia, in questo caso, si rileva molto utile poiché permette di ridurre l’irritazione del nervo ed il dolore percepito attraverso alcune strategie come:

  • Terapia manuale: che permette di migliorare lo scorrimento del nervo attraverso i punti critici del suo percorso. Vengono usate delle specifiche tecniche di neurodinamica che aiutano il tessuto nervoso nello scorrimento;
  • Tutori o ortesi: che possano evitare di portare il gomito in posizioni estreme che mettano sotto pressione il nervo, andando a ridurre quelle posizioni provocative che probabilmente sono state la causa dello sviluppo del problema;
  • Capire quali movimenti o posizioni sono provocative e siano da evitare inizialmente. E questo solo un fisioterapista competente, attraverso un’attenta analisi e valutazione, può capirlo.

Se vogliamo parlare della chirurgia, dobbiamo considerarla come opzione solamente nel caso di fallimento del trattamento conservativo. Cosa vogliamo dire? Che se dopo 6 mesi di trattamento fisioterapico, attraverso tutte le strategie elencate precedentemente, non si riesce ad arrivare ad una riduzione dei sintomi significativa per il paziente, allora può essere utile valutare un trattamento chirurgico che consiste nella decompressione invasiva del tendine nella zona di intrappolamento. Ovviamente, questa dovrà poi essere seguita da un programma di fisioterapia, per permettere al nervo di tornare ad essere scorrevole come prima, per consentire poi di recuperare la funzionalità completa del braccio, con la forza adeguata.


Conclusione

In conclusione, se come pazienti avvertite dei sintomi e vi sembra di avere una situazione sovrapponibile a quella spiegata in questo articolo non disperate, rivolgetevi ad un professionista sanitario competente e specializzato nella riabilitazione dei disordini muscoloscheletrici. Sarà lui ad indicarvi, dopo un’attenta anamnesi ed una valutazione completa, qual è la strada migliore per voi!

Se soffri di sindrome del tunnel cubitale e cerchi un fisioterapista a San Martino Buon Albergo e in provincia di Verona, contattaci per effettuare una valutazione specialistica. Insieme, vedremo le cause del problema, i tempi di recupero e le possibilità di trattamento. Il tutto, sempre in base ai tuoi obiettivi!