Periartrite scapolo omerale: cos’è? Come si cura?
Quando si parla di periartrite scapolo omerale, o periartrite di spalla, si fa riferimento ad un termine molto generico per indicare un dolore di spalla senza averne individuato una struttura specifica. Potrebbero esserne incluse eventuali tendinopatie di spalla, piuttosto che infiammazioni delle borse articolari. È sicuramente un’etichetta medica che non ci dice nulla in più rispetto a quello che il paziente stesso può capire, ossia che “ha una dolore alla spalla”. Vediamo quindi come andarne a capo e capire, a grandi linee come questi dolori alla spalla possono essere inquadrati. Generalmente, però, la periatrite scapolo-omerale viene associata al termine di spalla congelata, il cui tipo di caratteristiche le vedremo nel prosieguo dell’articolo.
Cause della Periartrite alle spalle
Come abbiamo già accennato precedentemente, non esistono delle cause univoche per lo sviluppo di dolore scapolo-omerale. Proprio per questo, una periartrite scapolo-omerale potrebbe essere in modo molto generico divisa in periartrite idiopatica o secondaria. Una periartrite idiopatica vuol dire che non deriva da nessun’altra patologia, ha infatti un esordio spontaneo mentre una periartrite secondaria deriva da una causa principale, come possono essere dei traumi severi. Ci si può imbattere anche in quadri di periatrite secondaria ad importanti eventi chirurgici di artroscopia di spalla, come succede nel caso di interventi di ricostruzione dei tendini della cuffia dei rotatori piuttosto che di artroplastica. Questo succede soprattutto in una popolazione di sesso femminile e diabetica.
Forme della periartrite
Generalmente la periatrite scapolo-omerale viene associata al termine di spalla congelata, che presenta un’evoluzione naturale che parte da uno stadio caratterizzato da sintomi molto forti ma nessuna influenza sul movimento ad uno stadio finale in cui il dolore pressochè sparisce, ma la spalla perde in modo massivo il movimento. Nello specifico, in genere vengono identificate 4 fasi:
- Stadio I: presenza di dolore, soprattutto di notte, assenza di problematiche nel movimento;
- Stadio II: inizio di sviluppo della rigidità, formazione di aderenze e contratture capsulari;
- Stadio III: perdita importante a livello di articolarità della spalla, dolore soprattutto presente agli estremi del movimento;
- Stadio IV: Rigidità persistente con una perdita importante del movimento mentre il dolore è pressochè inesistente.
Uno dei problemi della capsulite adesiva è proprio la durata, visto che questo tipo di patologia si risolve in circa 1/3 anni, pertanto è necessario che il clinico instauri una buona collaborazione e alleanza terapeutica con il paziente per poter impostare degli obiettivi veramente a lungo termine.
La capsulite adesiva può essere differenziata in 3 fasi tipiche, in base ai sintomi presentati dal paziente che sono la “fase dolorosa”, la “fase rigida” e la “fase di scongelamento”. La prima fase è quella caratterizzata da un dolore ingravescente, soprattutto di notte ma che non comporta ancora limitazioni della mobilità del braccio. La seconda fase, quella “rigida”, come dice la parola stessa comporta una perdita importante di movimento che diviene molto limitato, ma è accompagnato da una progressiva scomparsa di dolore che può presentarsi solamente negli ultimi gradi di movimento. Infine, la fase di scongelamento in cui la condizione, man mano, si risolve riportando la paziente a poter utilizzare il braccio in un range di movimento considerato “normale”. Questo può avvenire in genere dopo un lungo periodo di riabilitazione caratterizzata da un trattamento orientato all’aumento progressivo del movimento. Un aumento molto limitato seduta dopo seduta.
Trattamento perartrite scapolo-omerale
L’obiettivo del trattamento della periartrite scapolo-omerale è quello di ripristinare il corretto e normale range di movimento della spalla, in assenza di dolore. Come in ogni caso, è fondamentale valutare la situazione del singolo paziente per poter garantire un trattamento altamente individualizzato, che possa dare i massimi benefici alla persona in questione.
La prima fase del trattamento prevede una mobilizzazione precoce attraverso tecniche manuali di trattamento che permettono, giorno dopo giorno, di recuperare i gradi di movimento limitati dalla patologia. In questa prima fase saranno introdotti esercizi di stretching per la capsula articolare, in modo tale da renderla più flessibile ed elastica. Sarà fondamentale integrare il lavoro fatto con il fisioterapista con il lavoro fatto a casa dal paziente stesso, con la prosecuzione degli esercizi insegnati dal fisioterapista. Proprio per la lunga natura del disturbo, infatti, è necessario che il paziente acquisisca una routine di esercizi da poter svolgere costantemente per non perdere i progressi fatti.
La terapia farmacologica per la periartrite scapolo omerale prevede l’utilizzo di FANS, i farmaci anti-infiammatori non steroidei e di corticosteroidi, che permettono di controllare il dolore. Questi possono essere abbinati alla fisioterapia, in modo tale da sfruttare le finestre di riduzione del dolore per cercare di migliorare la funzionalità dell’arto. Attenzione, poiché tutti i farmaci devono essere consigliati dal medico che segue il paziente durante il percorso. È sicuramente da evitare l’autogestione nella parte farmacologica!
Nella prima fase, quella dolorosa, si è visto come l’iniezione intra-articolare di corticosteroidi possa portare ad una riduzione maggiore dei sintomi rispetto all’utilizzo degli stessi farmaci per via orale. Non solo, sembra ridurre la fibromatosi durante la seconda fase, quella della rigidità, sembra perciò possa essere un’opzione che il medico può considerare per migliorare questa fase.
Nel caso la patologia progredisse molto e non lasciasse spazio a nessun trattamento conservativo e possibile approcciare alcune soluzioni chirurgiche, in particolar modo se il trattamento fisioterapico dopo i 4-6 mesi non sembra dare alcun effetto. Una delle soluzioni più utilizzate è la manipolazione in anestesia, che si basa sulla mobilizzazione aggressiva dell’articolazione nel soggetto sotto anestesia, che permette di rompere le aderenze ed allungare la capsula articolare in una situazione in cui il paziente non possa percepire dolore.
Conclusione
La periartrite scapolo omerale o capsulite adesiva di spalla rimane un problema complesso, il cui decorso è molto lungo e difficile da gestire. Non esistono attualmente dei protocolli standardizzati che abbiamo mostrato una superiorità netta nel trattamento. Alla base della corretta gestione del problema rimane la soluzione di affidarsi a dei professionisti sanitari che possano capire al meglio la situazione clinica, e prendere le migliori decisioni di intervento, come fisioterapisti specializzati o il medico ortopedico.
Se soffri di periartrite scapolo-omerale e cerchi un fisioterapista a San Martino Buon Albergo e in provincia di Verona, contattaci per effettuare una valutazione specialistica. Insieme, vedremo le cause del problema, i tempi di recupero e le possibilità di trattamento. Il tutto, sempre in base ai tuoi obiettivi!